C’è una lingua che parla una minoranza del mondo: lo psicologichese. Ci sono parole che significano mondi, e sono davvero difficili da tradurre nella lingua corrente.
Se vi va di passare una serata davvero ALterNaTiva e non avete a disposizione unicorni (strano, no?) chiedete di spiegare al primo psicologo che vi passa sotto le mani cosa significa in psicologichese la banale parola IO. E preparatevi a salire sulla montagna russa dei trip mentali…!
All’inizio sentirete quel rumore tipico della montagna russa che s’arrampica in salita, sgransgransgran, e vi sembrerà che il vostro amico si stia arrampicando sugli specchi. Ma soprattutto sentirete che non potete più scappare da lì, agganciati come siete. Può causare claustrofobia, in effetti. Avrei dovuto avvertirvi. Poi però arriverete al plateau (passatemi il termine, dai) ovvero quel secondo nel quale finalmente vedete il panorama dal suo punto di vista. Dura pochinopochino perchè poi… swoooooom, swiiiiift, swooooaaauuummmm… Si prega di rimanere seduti e di tenersi all’apposito sostegno.
Yzma, alza le braccia dai!
Se volete ripetere il giro della morte fate una domanda come “Ma questa definizione a quale orientamento si riferisce?”. Pura ebbrezza. I ❤ psi.
Per questo nascono le infografiche. Per evitare di intrippare troppo la gente. Per impedire alle persone di sentirsi annebbiati, esaltati, storditi dall’afferrare un concetto difficile attraverso il confronto con altri.
Ed ecco la vignetta di Leoni che spiega il concetto complicatissimo di minority stress, ovvero lo stato di stress dato dall’essere una minoranza. Dice: “i figli di coppie gay potranno anche apparire felici, ma studi scientifici dimostrano che se gli continui a ripetere che i loro genitori sono due froci egoisti che fanno sesso contronatura e per questo bruceranno all’inferno… a quei bambini prima o poi viene il trauma!“.
Chiaro, no? Vi ho risparmiato un po’ di pare.