L’etimologia del termine “desiderio” nasce dalla leggenda, con il latino de-sidera – senza astri -, che ne definisce il rapporto con l’oggetto quale elemento fondamentale perchè questa pulsione possa esistere.
La leggenda narra di un aruspice, il quale, osservando gli astri e traendo da questi le proprie profezie e ricavando da ciò grande stima e potere, quando il cielo era coperto dalle nuvole (de-sidera), si trovava impotente a compiere le proprie funzioni divinatorie.
Ed era proprio in queste circostanze che l’aruspice sentiva nascere in sè il desiderio delle stelle, così che, potendole di nuovo rivedere quando le nuvole se ne fossero andate, avrebbe potuto ricominciare a svolgere il proprio compito dal quale traeva grande considerazione pubblica e anche grande soddisfazione personale.
Questa origine del termine è certamente innestata sulla certezza dell’aruspice che le nubi, prima o poi, si sarebbero diradate, tanto che l’oggetto del suo desiderio, gli astri, si sarebbe ripresentato presto.
La fisiologia del desiderio trova in questo risvolto etimologico un primo punto di riferimento: quello cognitivo.
E’ infatti la certezza di poter raggiungere l’oggetto del desiderio che alimenta l’esistenza di quest’ultimo. Tra la pulsione istinutale ed il piacere sembra infatti instaurarsi un reciproco gioco di richiamo dove, alla fine, l’alta percentuale di probabilità di raggiungere il piacere innesca il desiderio. Per contro accadrà che, quando una carica intensa di desiderio si trovi di fronte ad una insoddisfazione del progetto che l’aveva promosso, mantenuto ed alimentato, molto probabilmente si determinerà un’inibizione di quello ed una maggiore prudenza verrà consigliata al suo manifestarsi, tanto che, alla lunga, un desiderio frustrato non potrà far altro che negarsi l’esistenza.
Fausto Manara, “I Disturbi del Desiderio”
in “Diagnosi e Trattamento delle Disfunzioni Sessuali” (1996)
La consapevolezza di avere buone possibilità di raggiungere il piacere aumenta il desiderio in un circolo virtuoso. Buone pratiche di coppia che donano serenità e complicità permetteranno la volontà di ricercare ancora questi momenti di intimità condivisa.
Questa è la forza della terapia mansionale integrata per le coppie che vivono un desiderio ipoattivo: far vivere il piacere per far crescere il desiderio delle stelle.
Pingback: Il desiderio maschile: dolcemente complicato | Il Rosso Ciliegia