ANORGASMIA

ANORGASMIA o, più tecnicamente, Disturbo dell’Orgasmo è una disfunzione sessuale caratterizzata dal forte ritardo o assenza dell’orgasmo in quasi tutti i rapporti anche se la fase di eccitazione sessuale era andata benone e ci si stava divertendo, ma poi rimane solo… disagio e frustrazione.
Può essere sempre presente oppure essere apparsa negli anni, può accadere in tutte le situazioni oppure no: ad esempio se ci si masturba in solitudine non v’è incertezza, ma quando c’è un partner la questione cambia.
Ne soffre clinicamente il 10/15% delle donne e il 24% raggiunge raramente l’orgasmo (1 su 4). Il problema dal punto di vista sessuologico è che si richiede un sufficiente “rilassamento” per accogliere la stimolazione sessuale e una sufficiente “tensione” per esplodere in un orgasmo… e si tratta di un equilibrio fisico e mentale personalissimo, da esplorare e comprendere! Perché gli orgasmi sono come gli starnuti, non puoi comandarli. Ma puoi creare situazioni nelle quali diventano più probabili, quindi serve anche una buona complicità. Attenzione però: non per tutti è un problema non raggiungere l’orgasmo, ad alcune persone non interessa particolarmente ma trovano molta piacevolezza e soddisfazione dal contatto dei corpi eccitati e amati. Stiamo attenti a non pensare che un “giusto” rapporto erotico sia quello che ha un traguardo, una fine che è un fine.

Il disturbo dell’orgasmo maschile si chiama Eiaculazione Ritardata, sì: esiste. Ma viene portato come problema in studio clinico soprattutto quando la coppia cerca un figlio.

In questo articolo troverete una spiegazione più tecnica:
https://studiozanellato.com/clinica-formazione-materiale/centro-sessuologia-clinica/disturbi-dellorgasmo/

Il desiderio maschile: dolcemente complicato

Maschi e femmine sono diversi, lo sappiamo. Questa nozione ha però portato all’esasperazione di stereotipi riguardo ai ruoli e, soprattutto, alle modalità di funzionamento fino a giungere all’ideazione di figure mitiche dell’Uomo e della Donna.

Uomo e Donna maiuscoli esistono quanto gli unicorni.

Inoltre molto poco sappiamo del punto iniziale e fondamentale della relazione sessuale: il desiderio. Sono rari gli studi che ci permettono di comprendere quali variabili supportano o contrastano il suo accendersi (ma puoi leggere un’approfondimento qui).

Se è vero che l’uomo è più propenso alla sessualità in un rapporto di coppia mentre la donna ricerca di più l’intimità e la vicinanza, dobbiamo anche però affermare che il desiderio maschile non è solo ormoni e pulsioni. Non dobbiamo appiattirci al fallocentrismo.

Alcune ricerche sul desiderio hanno evidenziato il ruolo “macho” dell’uomo, come l’indagine condotta su 203 coppie di lunga durata che conferma le posizioni classiche: donne legate alla relazione e uomini propensi al piacere.

Altre analisi, come quella dello statunitense Rowland, hanno invece sottolineato la complessità che è tipicamente maschile: l’essere propenso al piacere non significa che la risposta sessuale sia lineare ed automatica.

Anche gli studiosi portoghesi Carvalho e Nobre hanno ipotizzato un desiderio maschile complesso, soprattutto influenzato dall’età, dalle problematiche mediche e psicologiche, dalla soddisfazione della relazione di coppia e, incredibilmente, anche dalle credenze erronee riguardo al sesso. Il pregiudizi medesimi riguardo alla sessualità maschile possono influenzare il desiderio stesso dell’uomo!

Gli uomini, quindi, non sono degli animali primitivi!
Come le donne non sono delle pazze nevrotiche che non sanno cosa sia il piacere carnale!

Bisogna prestare attenzione a non banalizzare ne’ sottostimare le situazioni, le emozioni, i pensieri che possono inibire il desiderio.
I fattori fisiologici, psicologici, relazionali ma anche culturali ed educativi hanno un’influenza potentissima sia sulle donne che sugli uomini.

Il desiderio è una gustosa macedonia ed è per questo che per la terapeuta è difficile capire quale ingrediente manca: ce ne sono così tanti!

Un’emozione può far accendere il desiderio. Bisogna solo trovarla…

 

SEX PILLS – Il rapporto tra piacere e dolore

Piacere e dolore costituiscono i principali regolatori di base della vita psichica, e sono polarità che caratterizzano, con una totalità specifica e soggettiva, lo sviluppo di ogni individuo nelle varie fasi della crescita, lungo il corso di tutta la vita.

Dolore e piacere fanno parte dell’esperienza di tutti e sono un “sentire”, difficilmente quantificabile, che oscilla tra momento fisico e psichico. Il piacere è percepito come una sensazione, un’emozione gradevole legata al soddisfacimento di un desiderio o di un bisogno. Il dolore è invece una sofferenza e l’uomo agisce o dovrebbe agire al fine di evitarlo. Può avere un nucleo organico, oppure costruirsi sulla base di angosce e sofferenze interiori.

In greco antico la parola dolore (pena, patire) ha la stessa radice dei termini pathos e passione.

Il dolore è collegato al desiderio.

Il desiderio eccessivo, genera dolore attraverso specifici meccanismi fisici e mentali: l’essere umano infatti, desidera e teme il piacere.

Il desiderio del piacere asseconda ed incoraggia il flusso della corrente vitale, ma il timore del piacere crea irrigidimento nei confronti di tale flusso e produce dolore.

Per avere piacere ci si deve lasciare andare, lasciare che il corpo reagisca liberamente senza il timore della propria carica sessuale.

M. Puliatti in L’Approccio Psicologico in Patologia Vulvare

I’m so afraid of losing something I love that I refuse to love anything.
Ti sento molto forte, ti sento incredibilmente vicino. JS Foer

Lunga vita agli spermatozoi!

Mi capita ogni tanto di fare 2 + 2.

Sapete quella sensazione strana, un’epifania, un insight. Se non sapete cos’è un insight googlate. Anzi, leggetevi la wikipagina: è quasi magia. V’intripperà.

In ogni caso ho avuto un insight sullo sperma! Mh, sì, detto così.
Infatti ho sempre saputo che gli spermatozoi nascono nei testicoli e hanno un lungo viaggio da affrontare prima di arrivare ad accumularsi preso la vescicola seminale.

Per compiere questo viaggio impiegano circa 70 giorni.

L’altra informazione in mio possesso, e probabilmente a voi nota, è che lo scroto penzola dal corpo maschile per mantenere i testicoli a una temperatura inferiore a quella corporea. Avrete sicuramente notato che in condizioni di temperature artiche (ovvero farsi il bagno al mare) lo scroto avvicina i testicoli al corpo per mantenere la loro temperatura costante. Ecco quindi che la sacchetta scrotale ci permette di fare delle ottime previsioni del tempo.

Infatti la temperatura ideale è attorno ai 33,4°. Diciamo che il freschetto li mantiene belli attivi. Invece un aumento prolungato della temperatura può essere causa di infertilità. Gli uomini non fertili hanno mediamente una temperatura attorno ai 34,75°.

Ed ecco l’insight. Se hai la febbre alta potresti rimanere sterile per 70 giorni.

Infatti tutti gli spermatozoi verrebbero uccisi: sia i nascituri, sia i viandanti del dotto deferente. Ah no? Come ho potuto non arrivarci prima?!

Altre curiosità in: Anatomia Sessuale.

SEX PILLS: il desiderio delle stelle

L’etimologia del termine “desiderio” nasce dalla leggenda, con il latino de-sidera – senza astri -, che ne definisce il rapporto con l’oggetto quale elemento fondamentale perchè questa pulsione possa esistere.

La leggenda narra di un aruspice, il quale, osservando gli astri e traendo da questi le proprie profezie e ricavando da ciò grande stima e potere, quando il cielo era coperto dalle nuvole (de-sidera), si trovava impotente a compiere le proprie funzioni divinatorie.

Ed era proprio in queste circostanze che l’aruspice sentiva nascere in sè il desiderio delle stelle, così che, potendole di nuovo rivedere quando le nuvole se ne fossero andate, avrebbe potuto ricominciare a svolgere il proprio compito dal quale traeva grande considerazione pubblica e anche grande soddisfazione personale.

Questa origine del termine è certamente innestata sulla certezza dell’aruspice che le nubi, prima o poi, si sarebbero diradate, tanto che l’oggetto del suo desiderio, gli astri, si sarebbe ripresentato presto.

La fisiologia del desiderio trova in questo risvolto etimologico un primo punto di riferimento: quello cognitivo.

E’ infatti la certezza di poter raggiungere l’oggetto del desiderio che alimenta l’esistenza di quest’ultimo. Tra la pulsione istinutale ed il piacere sembra infatti instaurarsi un reciproco gioco di richiamo dove, alla fine, l’alta percentuale di probabilità di raggiungere il piacere innesca il desiderio. Per contro accadrà che, quando una carica intensa di desiderio si trovi di fronte ad una insoddisfazione del progetto che l’aveva promosso, mantenuto ed alimentato, molto probabilmente si determinerà un’inibizione di quello ed una maggiore prudenza verrà consigliata al suo manifestarsi, tanto che, alla lunga, un desiderio frustrato non potrà far altro che negarsi l’esistenza.

Fausto Manara, “I Disturbi del Desiderio”
in “Diagnosi e Trattamento delle Disfunzioni Sessuali” (1996)

La consapevolezza di avere buone possibilità di raggiungere il piacere aumenta il desiderio in un circolo virtuoso. Buone pratiche di coppia che donano serenità e complicità permetteranno la volontà di ricercare ancora questi momenti di intimità condivisa.

Questa è la forza della terapia mansionale integrata per le coppie che vivono un desiderio ipoattivo: far vivere il piacere per far crescere il desiderio delle stelle.

Pianeta Donna, la mia ultima frontiera

Buone news per la sessuologia… e per me!

Pianeta Donna, la mia ultima frontiera raggiunta!

La sessualità necessita di una buona divulgazione accattivante, semplice ma scientifica. Ecco quindi il mio primo articolo per il celebre blog di Pianeta Donna! Uscito proprio oggi, per una sperimentazione attraverso MySecretCase, col quale già collaboro da molto tempo. Felicità!

amore senile, con Anna Zanellato, psicologa e sessuologa a VicenzaL’amore senile, ovvero tutto il sesso over 60

ed anche

Mamma, ho visto due uomini che si baciano!

Nella speranza di seminare corrette informazioni su tutti i fronti possibili.

Perchè la primavera fiorisce dove l’hai seminata.

Definisci: ‹nor·mà·le› agg., s. f.

Sono normale?

Probabilmente sì. Anzi, molto probabilmente. La normalità, innanzitutto, è una questione statistica. Se la maggioranza della popolazione è come te, allora sei normale.
Se tutti parlassero da soli come me, sarei normale. Invece sono solo speciale.

PERCHE’?

In tutte le culture si cercano le cause degli aspetti significativi delle persone e per questa ragione l’uomo continuamente ricerca interpretazioni riguardo il corpo e la mente: cos’è la norma e perchè ci sono le deviazioni?

Si tratta chiaramente di teorie. Mi capita spesso di discutere con gli amici delle cause dei disturbi mentali o sessuali. Potremmo dire che in occidente le cause sono principalmente interpretate da cinque modelli:

  1. modello biologico o medico – “è un problema genetico!”
  2. modello psicodinamico – “ha rimosso l’ansia conflittuale!”
  3. modello socio-relazionale – “i suoi genitori sono pessimi!”
  4. modello comportamentale – “ha sempre fatto così!”
  5. modello biopsicosociale – “è tutto un casino…” (teoria che condivido pienamente)

Se già è complicato teorizzare la patologia, immaginate quanto lo sia per una teoria della normalità.
Ci sono tre tipi di normalità: statistica, funzionale e culturale.
La normalità statistica è la principale: dato che è così difficile definire la vasta normalità si definisce sempre ciò che è fuori dal normale. Le piccolezze. E’, in effetti, una non definizione. Si poteva pensare a qualcosa di meglio. “Ma se così fan tutte…”
A questa si aggiunge la normalità funzionale: se funziona, allora è normale. “Sono una strana coppia, ma se funziona…”

 

Ultima, ma decisamente più interessante, la normalità culturale.
Ci sono delle questioni che si spiegano solo nell’ambiente nelle quali si presentano. In quest’ottica si possono leggere le varie manifestazioni della sessualità, normali o patologiche, prestando attenzione alla definizione di normalità presente nella cultura di riferimento. Relativismo: ciò che era patologico un tempo, ora non lo è più; ciò che è normale qui, non lo è altrove. Tempo e spazio.

Alcune manifestazioni della sessualità vengono ritenute normali, o sono comunque generalmente accettate, nella cultura occidentale, ma non in altre.

Vi porto come esempio la società Kàgaba, un popolo agricolo colombiano, che crede che la disseminazione di ulteriore sperma nella terra avrebbe effetti dannosi, in quanto essa ne sarebbe ormai del tutto impregnata. Per questa ragione ogni atto sessuale è cattivo e pericoloso: l’ideale è la completa astinenza. La masturbazione e l’incesto vengono considerati mostruosi, ma paradossalmente sono molto frequenti. Anzi, sono l’unico popolo in tutto il mondo che considera l’atto masturbatorio come più soddisfacente del rapporto completo. Inoltre tutti i giovani maschi devono avere il loro primo rapporto sessuale con un’anziana. Alta la frequenza di difficoltà erettive, ça va sans dire.

Riflessione finale:
La cultura si può intendere in senso lato. Ognuno di noi è portatore di un modello culturale mediato dagli stimoli ricevuti nel corso della vita. In questo modello risiede anche una visione della sessualità. Siamo normalmente portati a percepirla, immaginarla, averne delle teorie o delle convinzioni radicate. A volte però è necessario modificarla o arricchirla per migliorare il nostro benessere; è necessario mettersi in gioco.
Attenzione: essere accoglienti, ma non relativisti.

Siamo ragionevoli, non razionali. Non logici, ma di senso.

La Formula 1 dell’eiaculazione precoce.

L’Eiaculazione Precoce è la disfunzione sessuale più diffusa tra gli uomini: il 20-30 per cento, in tutto il mondo, dichiara di averne dei sintomi.
Nonostante questi numeri è anche tra le problematiche più sotto-diagnosticate e meno trattate: solo il 9% chiede aiuto. Questo perchè vi sono moltissimi tabù e cattive informazioni a riguardo a questa condizione medica.

Ecco quindi una nuova campagna internazionale, uscita in questi giorni: “Not Just A Moment promossa dalla European Society for Sexual Medicine (Essm).

Essendo un progetto rivolto agli uomini e dato che la tematica, in un certo senso, riguarda la velocità, appare interessante e divertente la scelta come testimonial del pilota di Formula 1 Jacques Villeneuve.

Il messaggio è chiaro: cogli il momento giusto, confrontati con dei medici esperti, perchè l’eiaculazione precoce può essere trattata. E’ tutta questione di tempo: come nella F1, così in camera da letto (o ovunque tu voglia…).

Il tempo è il problema, ma anche la soluzione.

E’ il problema perchè incide molto sulla qualità della sessualità della coppia e sui suoi equilibri. Spesso le disfunzioni sessuali fanno entrare in un circolo vizioso, da un problema semplice e spesso affrontabile, nascono paure e ansie che lo rendono insormontabile. Aumenta il disagio e contemporaneamente diminuisce la soddisfazione durante il rapporto sessuale.

Il tempo è anche la soluzione: non perdendo tempo si può fare una diagnosi andrologica accurata e intervenire con una terapia mirata, farmacologica e/o cognitivo comportamentale. Ovviamente non si può improvvisare un’autodiagnosi e quindi una cura fai-da-te, magari comprata su internet a base di erbe dell’isola di Ritardaria! Oppure smercio e contrabbando di spray ritardanti (video simpatico qui). E’ un problema medico, si chiederà quindi aiuto a un medico che analizzerà alcuni criteri chiave.

I criteri chiave per riconoscere l’Eiaculazione Precoce sono i seguenti:

  1. Breve intervallo di tempo tra la penetrazione e l’eiaculazione. Alcuni uomini  eiaculano addirittura durante i preliminari, prima della penetrazione o al primo contatto con la vagina (ejaculatio ante portas, un nome che la dice tutta!);
  2. Mancanza di percezione del controllo sull’eiaculazione;
  3. Sviluppo di emozioni negative, come frustrazione, disagio o comportamenti di evitamento dell’intimità (“Cara, vado di là un attimo perchè mi sono appena ricordato che la bolletta scade tra 4 mesi…“).

Chiaramente sono anche da investigare le dinamiche della coppia per comprendere se ci sono degli atteggiamenti che mantengono questa disfunzione, a volte anche senza farlo apposta.

L’immagine simbolo della campagna è caratterizzata da due cerini: un cerino infiammato con uno che si deve ancora accendere; sono nello stesso letto, ma in due momenti diversi.

“Isn’t the right moment more than just a moment?”

La campagna si compone di un sito in lingua inglese notjustamoment.com e uno in italiano, chiamato benesserecoppia.it. Pessima scelta del nome, davvero. Perde tutto il significato iniziale. Io avrei optato per qualcosa tipo “ci vuole un attimo“, ma si sa nella cattolicissima Italia… In ogni caso dovete assolutamente andarci per vedere nella home il video di Villeneuve di cui ho trascritto il testo. Molto carino, davvero:

Oh, ciao!

Sì, è importante arrivare al momento giusto, prendi me ad esempio, nella mia carriera si potrebbe pensare che arrivare per primo è la cosa più importante. Invece no, c’è anche il controllo che conta moltissimo. In qualche circostanza più che essere veloce è importante il controllo della situazione. Prendiamo un pit stop di una gara, per esempio. Se il pilota parte troppo presto rischia di perdere tutto. La stessa cosa nell’amore. Cosa sto dicendo?

In una relazione è importante gustarsi il momento giusto. Come per il pilota che ha paura di perdere il controllo, di avere un momento di crisi, c’è tutta la squadra che lo può aiutare, con la quale può parlare, c’è gente esperta. Nell’amore è la stessa cosa: non aver paura di chiedere aiuto a gente competente. Stai tranquillo, c’è sempre una soluzione. Cogli il momento giusto. Basta avere il coraggio di chiedere aiuto.

Non perdere tempo, adesso sì che conta la velocità. Il momento giusto è adesso.

Rimanendo in metafora aggiungo:
Pilota, fai un pit stop e guida la tua metà verso nuovi ed eccitanti Gran Premi.