iNo sé, doctor!
Quest’inverno ha spopolato la brillante commedia romantica Hysteria, della regista Tanya Wexler. La Wexler è anche una psicologa esperta di generi sessuali. Nessuno meglio di lei avrebbe potuto divertire e far riflettere il popolo dei botteghini sul tema principale del film: l’invenzione del vibratore nell’Inghilterra vittoriana!
Nella pudica Londra del 1880, il dott. Mortimer Grandville inventò il primo vibratore elettrico per trattare quello che allora si chiamava isteria femminile (da cui il titolo del film).
I sintomi erano la perdita di controllo, il mutismo, l’insonnia, le convunsioni, la paralisi di certi arti, … insomma un quadro piuttosto complesso di sintomi fisici di natura psicologica. Tutti gli esami medici risultavano nella norma.
Immaginate che essendo caratteristico dell’universo femminile, gli antichi greci ritenevano fosse dovuto a degli spostamenti dell’utero, che si muoveva all’interno del corpo per posizionarsi dove poi veniva avvertito il sintomo (infatti la parola ὑστέρα (hystera) significa utero).
Il rimedio migliore, secondo Ippocrate, era il matrimonio, poichè si riteneva che fosse un disturbo legato alla sessualità della donna.
In età vittoriana si utilizzava il termine isteria come diagnosi abituale per un ventaglio molto ampio di sintomi. Era il male del secolo e colpiva spesso le donne della ricca borghesia.
Come curarlo? Varie erano le tesi, ma la più accreditata e scandalosamente efficace era quella di portare le donne ad avere un parossismo (ciò che ora chiamiamo orgasmo) attraverso un massaggio manuale intimo. La tecnica però era compicata, potevano servire ore per portare la paziente a provare un parossismo isterico.
Nel film il dott. Mortimer decide di affinare il metodo terapeutico: quando il suo lungimirante amico Edmund gli rivela il progetto del suo nuovo spolverino elettrico, gli viene in mente un’idea irresistibile. Creare uno strumento per sostituire il medico nella pratica del massaggio: il vibratore elettrico.
Con la diffusione dell’elettricità anche il suo uso diventa più popolare. Era il trattamento più economico dell’isteria.
Fa sorridere il fatto che i medici della fine dell’Ottocento credessero che la loro stimolazione vaginale non avesse nulla in comune con le pratiche erotiche e sessuali.
Negli anni ’20 avvenne la rivoluzione: finalmente si capì il nesso tra vibrazione e piacere sessuale e i vibratori cominciarono ad essere usati nella pornografia. E quindi diventarono tabù.
La sola parola vibratore fa nascere risatine imbarazzate.
Il loro commercio è stato ghettizzato ai soli sexy shop.
Vi sono alcuni stati degli Stati Uniti (Texas, Georgia, Alabama, Mississippi, Indiana, Virginia, Louisiana e Massachusetts) nei quali è illegale comprare vibratori.
Fino a quando, nel 2005, dalla Spagna, arriva la rivoluzione: far sposare il concetto di sessualità con quello di salute e benessere, il tutto in maniera divertita. Nasce La Maleta Roja (in Italia La Valigia Rossa). Donne per le donne. Non più tre uomini con occhialetti protettivi che si preoccupano di parossismi isterici, ma discrete consulenti a domicilio che estraggono da una valigia rossa ogni oggetto che possa essere utile all’erotismo femminile (dalla cosmesi sensuale alle diavolerie elettriche).
Tutto ciò accade nella semplicità delle mura domestiche, in una sorta di riunione tuppersex tra amiche. La padrona di casa invita qualche cara amica e la consulente per passare un paio d’ore di risate e educazione sessuale. Si possono toccare con mano tutti gli oggetti, farsi spiegare come funzionano e a cosa servono. C’è la possibilità di confrontarsi su temi scottanti e prendere coscienza dei propri desideri. E’ il fenomeno del momento, ne parlano tutti i giornali.
Perchè non provare?
Dal 1987 l’isteria non esiste più,
ovvero da quando l’Associazione degli Psichiatri Americani (APA)
l’ha eliminata dall’elenco dei disturbi mentali.
Essa è stata sostituita da disturbi più ampi:
somatoformi, di personalità o di conversione.
La Maleta Roja ha collaborato con la produzione del film Hysteria.
Non sono d’accordo: l’isteria femminile esiste ancora. Al giorno d’oggi in quasi tutti gli uffici che ho visitato ho incontrato almeno una dipendente chiaramente affetta da isteria femminile… solitamente però preferisco consigliare il rimedio naturale… (va farte ciavare!)
A dire il vero ho il sospetto che la cosa si sia estesa anche al genere maschile.
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In effetti l’etichetta “isteria” è ancora usata nel linguaggio comune.
Spesso si utilizza per indicare persone che hanno un’emotività eccessiva e un comportamento alla ricerca dell’attenzione. Queste caratteristiche rientrano nel quadro del Disturbo Istrionico di Personalità. Per poterlo diagnosticare servono però numerosi altri sintomi e un… professionista!
Altrimenti si può tecnicamente dire che “manifestano tratti istrionici di personalità”. =)
Il quadro clinico che ho presentato si riferisce invece a un modello di isteria che è decisamente superato, ovvero quello che vedeva sintomi fisici senza base organica (ovvero non spiegabili medicalmente).
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